Ho comprato della carne al supermercato.
Sulle confezione campeggiava un'etichetta che, in quanto torinese, ha suscitato in me un misto di fierezza ed inquietudine.

Federicosmo non ha mai voluto polemizzare con niente e nessuno e anche questa volta non fara' eccezioni.
E' pero' mio dovere segnalare un caso curioso. Grazie ai prodigi di un complicatissimo programma di computer graphic sono riuscito ad accostare il mio manifesto (di cui sopra avete la foto by Marina Alessi) e una delle locandine della Margherita che ha recentemente addobbato i muri delle nostre citta'.
Ebbene,la redazione e' stata SUBISSATA di mail che segnalavano una strana analogia tra i due concept.
Ai poster l'ardua sentenza.

Mai avrei potuto immaginare che la seconda pietra nel monumento alla geografia che Federicosmo si appresta ad innalzare sarebbe stata posata cosi' in fretta. Invece sono fiero di poter aggiungere un altro tassello alla nostra colossale opera. Grazie alla preziosa collaborazione di un'affezionata frequentatrice del Blog ho il piacere e l'onore di regalarvi una veduta "che si trova in un'area compresa tra Pechino e il Kazakistan".
Godetevi le carovane dei pastori, le strade e i piccoli villaggi.
FedeTerra continua...

Visto il crescente successo di siti cartografici e fotografici stile GoogleMaps, anche Federicosmo non ha voluto essere da meno e posa oggi la prima pietra di un progetto monumentale che continuera' per tutto il 2006: "FedeTerra".
Dietro questo nome tanto ricercato quanto suggestivo si nasconde un mosaico d'immagini aeree del nostro pianeta. La prima tessera e' stata scattata nel mio viaggio di ritorno da Palermo. Se qualcuno riuscisse a vedere casa sua sarei l'uomo piu' felice della Terra. Naturalmente non e' possibile zoomare. Grazie per aver scelto FedeTerra.

Ancora tanti auguri per il 2006.
Vorrei iniziare un altro meraviglioso anno per il mio indimeticabile blog impreziosendolo con uno dei brani che mi sono portato a casa nella valigia del mio cuore dal raduno 2006 d'IMPRO'.
E' tratto dal Cyrano e dovrebbe essere imparato a memoria alle elementari al posto dei fiumi della Germania o delle esportazioni della Polonia.

"Sai dirmi in che maniera? Andar sotto padrone? Cercarmi un protettore? E come oscura edera che ha l'albero tutore, e s'appoggia arrampicandosi e leccandogli la scorza, potrei salir da furbo, e non invece a forza? No, grazie. Dedicare in ogni scartafaccio dei versi ai finanzieri? Mutarsi in un pagliaccio, sperando di vedere, sul labbro di un ministro, lo spasmo di un sorriso un po' men che sinistro? No, grazie. Banchettare ogni giorno da un pidocchio? Avere il ventre logoro dalle marcie, e il ginocchio più prestamente sporco nel punto in cui si flette? Rendermi primatista in dorso-piroette? No, grazie. Riconoscere talento ai dozzinali? Plasmarsi su ogni critica che appare sui giornali? E vivere sognando: "Oh, sento già il mio stile percorrere le bozze del Mercurio mensile"? No, grazie! Fare calcoli? Tremare? Arrovellarsi? Preferire una visita a un paio di versi sparsi? Stendere delle suppliche? O farsi commendare? No, grazie. No, grazie! No, grazie!! Ma cantare, sognare, ridere. Splendido. Da solo, in libertà. Aver l'occhio sicuro, la voce in chiarità. Mettersi se ti va di sghimbescio il cappello, per un sì, per un no, fare un'ode o fare un duello. Fantasticare, a caccia non di gloria o di fortuna, su un viaggio a cui si pensa, sulla luna! Se poi viene il trionfo, ebbene fatti suoi, ma mai, mai diventare un "come tu mi vuoi". E se pur quercia o tiglio davvero non si è… se vuoi proprio non alto, ma farcela da sé.

(dal "Cyrano di Bererac")